Michele Vizziello

Tra i vinai materani, Michele  Vizziello è quello che nella memoria cittadina è citato in maniera più ricorrente. I Ciddari, come venivano chiamati in dialetto (cellarium deriva dal latino, in inglese cellar), rappresentavano un fenomeno di costume ed enogastronomia molto attraente. Erano i luoghi di intrattenimento scavati nella roccia tufacea, frequentati da chi non apparteneva a ceti borghesi o aristocratici, ed erano principalmente collocati nella fascia sottostante alle beccherie (le Viccirie), poi via Margherita, a ridosso del Sasso Barisano, cintura sviluppatasi attorno ai quartieri storici della città, prima apertura e preludio al Piano. Il primo girone del Barisano accoglieva molte cantine che, scavate nella roccia, erano idealmente portate alla vocazione di luogo di conservazione del vino. Gli avventori, dopo aver portato  due alici che tiravano il vino, olive, un po’  di pane, un pezzetto di formaggio o, massima definizione, portato dalle Beccherie sulla tavola un cartoccio fumante di arrosto misto: salsiccia, agnello e involtini, trovavano lì refrigerio.

I Vizziello presero piede ai tempi della prima guerra mondiale con la vendita al dettaglio di vini al civico numero 9 dell’attuale via XX settembre. Era possibile spesso imbattersi nella sagoma di “Panzaacredenza”, il quale occupava la scena e ti privava della prospettiva, grazie alla sua enorme mole: pare pesasse oltre due quintali e venti. Ai tempi della seconda guerra mondiale, l’attività si trasferì in un locale più grande in via San Biagio.

Il ciddaro era un po’ il pub dell’epoca, che svolgeva le funzioni sociali di incontro e ristoro per le stesse categorie per cui era nata via fiorentini nel Sasso Barisano, il corso dei poveri, come lo stesso uso e frequentazione di clienti subì svolgendo la stessa funzione il tabaccaio storico (Rosaria del sale), e faceva da contraltare al corso dei ricchi e  a Piazza Plebiscito (attuale Vittorio Veneto), dove i galantuomini avevano posto il loro locale di intrattenimento, il “Circolo Unione”, questo era invalicabile per le categorie meno abbienti, forse anche solo per il veloce sguardo curioso di un estraneo.

Negli anni ottanta l’ultima gestione toccò alla nuora di Michele Vizziello, che cessò l’attività nel 1985. Dei Vizziello, che in massima parte hanno cambiato attività, in città, resta di sicuro la memoria di un soprannome indimenticabile e, per chi ha conosciuto il capostipite  Michele Vizziello, il ricordo della sua mole.

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